Quanto ci piace essere “Intolleranti”

I pantaloni del completo blu che tanto amiamo non scendono più come una volta, la mattina ci sentiamo pesanti come se la notte non donasse ristoro ma triplicasse la stanchezza del giorno, la nostra pancia è gonfia e ci sentiamo affaticati per il solo tragitto che va dalla macchina alla scrivania dell’ufficio e la pausa pranzo non ci rigenera ma ci fa sprofondare in una sorta di soporifero brodo primordiale. La bilancia non ci spaventa, è lei a temere le nostre sfuriate del 15 di luglio quando ci rendiamo inesorabilmente conto che sarà l’ennesima estate con il pareo riparatore. E allora ragioniamo, chiediamo, ci informiamo, ci consultiamo con amici e parenti come se fossero illustrissimi primari di medicina e scegliamo, come spesso accade, di vedere la soluzione che maggiormente ci fa comodo… E’ ovvio, soffriamo di un’intolleranza alimentare!

E allora mano al portafoglio, entusiasti di farci dire che quanto c’è di più sano in natura sia invece così nocivo per il nostro corpo. I test, non sono solo costosi, sono altresì vaghi e fluttuanti come se non si parlasse di qualcosa di scientifico ma di teatro creativo Anche perché diviene fondamentale puntualizzare come la maggior parte di noi non scelga di affidarsi alla dotta sapienza di un esperto che studi la nostra storia clinica, ma preferisca il becero “fai da te”, quindi di corsa in farmacia dove per l’esigua cifra che va dai 70 ai 250/300 euro riduciamo i tempi, saltiamo la visita, eseguiamo il test e ci facciamo dare direttive dal farmacista. E allora via la pasta e il pane che contengono farina, via le uova e banditi i formaggi, tranciando di netto la tanto amata e rinomata dieta mediterranea. E magari, dopo aver speso tempo e soldi, ci applichiamo a seguire le indicazioni come bravi scolaretti e per due settimane ci prodighiamo ad essere ligi, convinti di esser vittime di una decina di intolleranze varie ed eventuali. E quando la bilancia da segni di speranza e 1 kg o 2 se ne vanno, siamo tutti felici e “intolleranti”. Non ci rendiamo conto che con non troppa velata arguzia ci hanno semplicemente tolto dalla routine alimentare gli alimenti che maggiormente ci fanno metter su peso, praticamente quello che avrebbe fatto un dietologo o che avremmo potuto far da soli con un minimo di volontà in più.

Sul podio dei test per intolleranze con la miglior vena creativa figurano il DRIA test e il Vega test. Il primo grazie al supporto di un computer va a misurare la riduzione di potenza da parte dei muscoli a contatto con uno specifico alimento mentre il Vega test andrebbe invece a calcolare la diminuzione di bioenergia. Risulta evidente come entrambi manchino completamente di attendibilità e per questo non siano riconosciuti dai criteri della medicina convenzionale, eppure talvolta preferiamo lasciar andar una parte del nostro meritato stipendio invece di optare per la strada più ragionevole, una sana ed equilibrata dieta.

Un’intolleranza alimentare raramente influisce sul peso e i segnali possono essere vari: disturbi gastrointestinali, gonfiore, colite, reflusso, stanchezza, mal di testa, modifiche della cute. Molti di questi possono essere attribuiti ad una cattiva alimentazione con poche regole e molti vizi e per questo diviene facile dare un’errata interpretazione, affidarsi ad un medico competente libera dai dubbi e tutela i risparmi.

Potete approfondire l’argomento relativo alle intolleranze alimentari guardando la video-intervista ad Ilaria, una dietista del nostro ufficio nutrizionale, cliccando sul seguente link che potrete trovare anche nella sezione del sito “i nostri video”

In conclusione, è importante ricordare e sottolineare che UNO STILE DI VITA SALUTARE, CHE COMBINI CON ARMONIA ATTIVITA’ FISICA E NUTRIZIONE CONSAPEVOLE, GARANTISCE AL NOSTRO ORGANISMO UN PACCHETTO COMPLETO DI BENESSERE, CHE CI PROTEGGE E FORTIFICA OGNI GIORNO!!! 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *